Origini-la fase celtica
La Pianura Padana era un tempo una vasta distesa di fitte foreste e paludi difficilmente penetrabili, circondata da catene montuose. Il fiume Po non appariva come il semplice fiume che conosciamo oggi, ma come un’ampia fascia di grandi laghi paludosi e acquitrini, spesso infestati dalla malaria e, per dimensioni, paragonabili ai nostri laghi prealpini, sebbene dall’aspetto del tutto diverso. Questa conformazione naturale limitava parzialmente i contatti con il mondo etrusco-italico, mantenendo separate le culture a nord e a sud del fiume.
Al contrario, più intensi risultavano gli scambi attraverso le Alpi con le popolazioni celtiche d’Oltralpe, che favorirono una certa omogeneità culturale tra le genti del Nord-Ovest italico e quelle del Vallese. Di particolare importanza, per l’epoca, era il passo del Gran San Bernardo, dove sorgeva un santuario celtico dedicato probabilmente a una divinità protettrice dei valichi alpini, arterie commerciali fondamentali per il mondo celtico.
Passo del Gran san Bernardo, luogo sono state rinvenute numerose monete, sintomo della probabile presenza del santuario dedicato alle divinità per la protezione dei passi alpini.
Ricostruzione indicativa della fascia paludosa del Po in epoca celtica, che inondava buona parte della bassa Pianura.
Il mondo celtico in Europa al culmine della propria espansione intorno l 300 a.c.
Lago Gerundo, un vasto specchio d'acqua paludoso presente a est di Milano prima del rinascimento, copriva un area paragonabile a quella del Lago di Garda, lungo le sue sponde si svilupparono numerosi insediamenti tra i quali Lodi.
Culture dell'età del ferro 1000-500 a.c. in Italia.
Mappa dell'Italia con le popolazioni della tarda età del ferro, l'attuale Milano si trova nei territori della Lepontica.
I popoli del Piemonte a nord del Po sono indicati dello stesso colore dei galli d'oltre alpe a causa dell'usanza condivisa di seppellire i morti in tumuli, che si espanse alla parte ovest dei celti cisalpini durante la tarda età del ferro, che prima era invece una cultura indipendente come la Leponzia.
Tra le culture celtiche del Nord Italia spiccava quella di Golasecca, che si estendeva sulla Lombardia e comprendeva i territori dove sarebbe poi sorta Milano. Quest’ultima si trovava al margine meridionale dell’area abitata dai Leponzi. Prima ancora della nascita della città, forse a partire dal VIII-VII secolo a.C., nell’attuale piazza della Scala esisteva un importante santuario celtico, attorno al quale si sviluppò in seguito il primo nucleo urbano.
Le popolazioni del Piemonte occidentale e della Valle d’Aosta persero gradualmente la loro cultura originaria, avvicinandosi a quella dei Celti transalpini a causa dei continui flussi migratori e commerciali provenienti dall’attuale Francia. Invece, le altre comunità celtiche del Nord Italia mantennero fino al IV secolo a.C. una tradizione distinta, che si esprimeva anche nei riti funerari: mentre i Celti d’Oltralpe seppellivano i morti in tumuli, in Italia settentrionale si praticava la cremazione.
L'est lombardo assieme al veneto era invece occupato dai Veneti, popolazione di cultura diversa rispetto a quella celtica.
Intorno l 400 a.c. l’equilibrio del Nord Italia mutò profondamente. Rapide e massicce migrazioni di popoli celtici provenienti da nord e da ovest delle Alpi si sovrapposero alle culture preesistenti, imponendo una nuova omogeneità culturale tra le genti a nord del Po e il mondo celtico transalpino.
La prova di questo cambiamento è offerta dai ritrovamenti archeologici: le tombe a tumulo, tipiche dei Celti d’Oltralpe, sostituirono progressivamente l’antica usanza della cremazione.
Il Veneto fu invece escluso dalle grandi migrazioni, preservando la cultura originaria.
I nuovi arrivati si spinsero anche a sud del Po arrivarono a saccheggiare Roma nel 390 a.c. e fondarono insediamenti fino alle Marche, dove si sviluppò il gruppo dei Galli Senoni.
Mappa del nord Italia a seguito dell'arrivo nuovi popoli gallici (evidenziati in blu) tra il 400 a.c. circa e il 283 a.c.
Mappa dei popoli e degli stati dell'Italia nel 320 a.c.
Dipinto di Paul Joseph Jamin, che ritrae Brenno, capo dei Galli assieme a parte del bottino e prigionieri dopo sacco di Roma.
Queste popolazioni si organizzarono in grandi confederazioni, tra cui quella dell’Insubria, dove oggi sorge Milano. Furono probabilmente esse a dare origine al primo nucleo abitato della città, che cessò di essere soltanto un santuario e divenne un vero e proprio insediamento urbano. Alla nuova città fu attribuito il nome di Medhelan, il cui significato è incerto: potrebbe indicare un “luogo sacro”, in riferimento all’importante santuario, oppure “città di mezzo”, forse connesso alla posizione nella Pianura Padana a nord del Po o tra i fiumi Seveso e Olona.
Milano non era l’unico centro con questo nome: nel mondo celtico esistevano altre città chiamate Medhelan, tra cui l’attuale Montmélian, nel dipartimento della Savoia (regione Alvernia-Rodano-Alpi).
Accanto all’ipotesi più accreditata sulla nascita della città, si affiancano altre tradizioni. Lo storico romano Tito Livio racconta che Milano fu fondata nel VI secolo a.C. da Belloveso, re della tribù celtica dei Biturigi, nel luogo in cui gli apparve una scrofa semilanuta (con il pelo lungo nella parte anteriore), segno rivelatogli in sogno dalla dea Bellisamna. Questo animale, divenuto simbolo della città, avrebbe dato origine al nome Medhelan, in epoca romana Mediolanum, cioè “semilanuta”. La leggenda fu ripresa intorno al 1300 da Bonvesin de la Riva, guadagnando grande fortuna nella tradizione popolare.
Un’altra versione, riportata dallo storico rinascimentale Bernardino Corio (Milano, 1459 – 1519) nella sua Storia di Milano, attribuisce invece la fondazione della città agli Etruschi, guidati dai comandanti Medo e Olano.
Durante la fase celtica, Milano si sviluppò come un villaggio circolare intorno all’attuale Piazza della Scala. Questa forma rotonda, rara nel mondo romano, fu mantenuta anche in età imperiale, distinguendo la città dalle tipiche colonie a pianta rettangolare.
La scelta del sito fu determinata da diversi fattori favorevoli. Milano si trovava lungo la linea delle risorgive, dove l’acqua affiora dal terreno a temperatura costante: ciò rese possibile con lo sviluppo agricolo successivo del territorio la tecnica agricola delle marcite, che permetteva di irrigare i campi proteggendoli dal freddo invernale e dalla siccità estiva. Inoltre, sotto la città si estendeva un’enorme riserva d’acqua sotterranea, che ne garantì lo sviluppo agricolo ed economico. A ciò si aggiungeva l’abbondanza di corsi d’acqua superficiali, come il Seveso, il Lambro, il Pudiga, il Nirone e l’Olona.
La nascita di Milano favorì anche la creazione di una nuova rete commerciale, causando il declino dei centri celtici lungo il Ticino. La città divenne ben presto la più importante dell’Insubria e, probabilmente, di tutto il Nord Italia. Secondo Plutarco, infatti, i Galli cisalpini consideravano Medhelan la loro capitale.
Il nucleo celtico di Milano riportando assieme ai fiumi e al successivo insediamento romano sulla pianta della città attuale.
Architettura tipica dei celti ricostruita presso South Glamorgan in Galles, così potevano apparire le vie di Medhelan.
mappa idrica della pianura Milanese, si nota il grande numero di corsi d'acqua a sud della linea delle risorgive, nella così detta pianura umida.
Paesaggio tipico della pianura Milanese in epoca celtica, ricreato al parco del Bosco in Città, Milano.
Paesaggio tipico della pianura Milanese in epoca celtica, ricreato al Parco delle Cave, Milano.
Paesaggio tipico della pianura Milanese in epoca celtica, ricreato al parco del Bosco in Città, Milano.
Durante il IV e il III secolo a.C. una serie di guerre segnò profondamente il destino di Milano, trasformandola da villaggio celtico a città romana.
I Celti giunti da oltre le Alpi intorno al 400 a.C. sotto il quale si sviluppò il nucleo abitato di Milano non si limitarono al Nord Italia: attraversarono il Po e nel 390 a.C. giunsero fino a Roma, che saccheggiarono. Dopo questo episodio si ritirarono verso nord, stabilendosi in modo stabile nella Pianura Padana e dintorni.
Gli insediamenti più meridionali furono quelli dei Galli Senoni, stanziatisi nelle Marche, in precedenza occupate dagli Etruschi. Nel 295 a.C. i Senoni si unirono a Sanniti, Etruschi e Umbri, formando un grande esercito con l’obiettivo di fermare l’espansione di Roma, che ormai aveva sottomesso gran parte della penisola italica. Lo scontro decisivo avvenne nella battaglia di Sentino, che si concluse con una netta vittoria romana e segnò l’inizio della conquista dei territori gallici.
Negli anni successivi i Romani avanzarono rapidamente: i Galli Senoni furono definitivamente sottomessi nel 283 a.C., e a partire dal 272 a.C. iniziò la colonizzazione del loro territorio, con la fondazione di città come Sena Gallica (l’odierna Senigallia), che conservò nel nome il ricordo del popolo sconfitto.
Nonostante ciò, i Celti non si arresero. Nel 225 a.C. quasi tutte le popolazioni della Gallia Cisalpina, compresi gli Insubri la cui capitale era Milano, si coalizzarono in un grande esercito che marciò fino a soli 150 km da Roma. Lo scontro con le legioni avvenne presso Talamone e si concluse con una decisiva vittoria romana, che pose fine all’ultima grande offensiva celtica verso sud.
A quel punto Roma decise che era giunto il momento di sottomettere le popolazioni celtiche del nord Italia.
Nello stesso anno le Legioni attraversarono per la prima volta il Po spingendosi in territorio celtico. Nel 218 a.C. i romni fondarono le prime colonie a nord del Po, ovvero Cremona e Piacenza con il fine di controllare la regione e facilitare le operazioni militari contri i Celti. Nello stesso anno ebbe però inizio la seconda guerra punica: il generale cartaginese Annibale, dopo aver attraversato le Alpi, scese in Italia e i Galli del Nord si allearono con lui nella speranza di abbattere Roma. I Romani furono costretti a sospendere temporaneamente la conquista della Gallia Cisalpina per affrontare il nuovo nemico.
Dopo i primi successi di Annibale, la mancanza di rinforzi da Cartagine portò però al logoramento del suo esercito.
I Romani riuscirono a cacciare l'esercito nemico dal proprio territorio, per poi ottenere la vittoria definitiva a Zama, sul suolo cartaginese. Subito dopo ripresero subito la conquista dell’Italia settentrionale. I Boi, che tentarono di resistere, furono rapidamente sconfitti e in gran parte ridotti in schiavitù o sterminati. Gli Insubri, vedendo la sorte dei loro vicini, preferirono arrendersi spontaneamente, portando a un processo di romanizzazione più graduale.
In questa fase Roma permise alle istituzioni celtiche di sopravvivere, ma queste mutarono progressivamente grazie alla collaborazione con le nuove autorità. Vennero costruite infrastrutture, inviati coloni e fondati nuovi insediamenti. Anche nei pressi dell’antica Medhelan sorse un insediamento romano che, con il tempo, si fuse con quello celtico, dando vita a una grande città destinata a diventare capitale dell’Impero romano d’Occidente e uno dei più influenti centri religiosi europei della tarda antichità.
La cultura, la lingua e la religione mutarono gradualmente in un processo relativamente pacifico. Così si concluse la fase celtica di Milano, che già all’epoca di Cesare era ormai una città pienamente romana. Tuttavia, nelle campagne più isolate e soprattutto nelle valli alpine, la tradizione celtica sopravvisse ancora per molti secoli.
L'espansione del territorio chiamato Italia dagli antichi Romani, fino alla Constitutio Antoniniana, "anche detta editto di Caracalla" (212 d.c.) corrispondeva alle aree dove le persone erano dotate di cittadinanza Romana.
Roma nel 230 a.c., poco prima della conquista della Gallia Cisalpina.
Roma dopo la seconda guerra Punica, con buona parte della Gallia Cisalpina annessa, rimangono indipendenti i territori dei Liguri, Taurini e Salassi soprattutto nelle aree montuose, dove erano presenti numerosi piccoli stati celtici fieramente indipendenti che saranno completamente annessi soltanto in tà Augustea.
Fonti dirette: https://www.youtube.com/watch?v=y6gTYOq1oGU
https://www.centrostudilaruna.it/originedimilano.html
https://www.milanosuitacchi.it/milano-e-la-leggenda-sul-suo-nome/
https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_di_Milano
https://it.wikipedia.org/wiki/Senoni
https://it.wikipedia.org/wiki/Insubri
https://www.treccani.it/enciclopedia/insubri/
Studia ambrosiana. Annali dell'Accademia di Sant'Ambrogio
http://figurini.altervista.org/ricostruzione-di-un-villaggio-celtico/
https://it.wikipedia.org/wiki/Lago_Gerundo
https://it.wikipedia.org/wiki/Leponzi
https://it.wikipedia.org/wiki/Siti_archeologici_dell%27Italia_preistorica_e_protostorica
Fonti indirette:
Paola Piana Agostinetti, Atti del convegno internazionale (Roma 2010), Celti d'Italia: I Celti dell'età di La Tène a sud delle Alpi, Giorgio Bretschneider editore, 1º gennaio 2017, p. 47.
M. Harari, Studi sulla cultura celtica di Golasecca, Zicu, 2021
L. Cracco Ruggini, Milano da "metropoli" degli Insubri a capitale d'Impero: una vicenda di mille anni, in Catalogo della Mostra "Milano capitale dell'Impero romani (286-402 d.C.)", a cura di Gemma Sena Chiesa, Milano 1990, p.17.
Elena Percivaldi, I Celti: una civiltà europea, Firenze, 2003, p. 20.
Alessandro Barbero
Tito Livio
Plutarco