Dopo svariati anni di clima molto caldo sull'Europa, dove gli effetti del riscaldamento globale si manifestano in modo più vistoso rispetto a tutti gli altri continenti causando inverni secchi e miti ed estati roventi ci attestiamo ormai nella prima parte dell'Autunno 2024 e come ogni anno il Web inizia a riempirsi di articoli riguardanti il meteo del prossimo inverno.
Come al solito molti articoli vengono pubblicati con l'unico scopo di ottenere visualizzazioni puntando sul sensazionalismo di previsioni immaginarie che vedrebbero il prossimo inverno freddo e nevoso come non ne si vedono da decenni.
La realtà è invece ben diversa e la previsione per quest'anno appare più chiara che mai, forte sia della statistica dell'ultimo decennio che di previsioni stagionali piuttosto decise.
Il prossimo inverno sarà secco e mite sull'Europa occidentale e meridionale mentre sarà piovoso e mite sul nord Europa sull'est. Ciò sarà causato dalla costante presenza dell'Anticiclone delle Azzorre (con possibile contributo di aria africana) sull'ovest del continente che costringerà le perturbazioni atlantiche in movimento da ovest verso est a deviare a nord verso Scandinavia per poi arrivare in Russia scendendo lungo bordo orientale dell'alta pressione.
Inizialmente sarà secco soprattutto sull'ovest del continente andando a includere tutta la fascia dal sud Italia alla Scozia mentre a fine inverno le piogge riusciranno a spingersi fino al versante settentrionale delle Alpi, è molto probabile che le condizioni di siccità più pesanti si registrino sul nord ovest Italico e penisola Iberica con coinvolgimento anche delle coste occidentali Italiche e balcaniche occidentali e del nord est Italico. Le fasi fredde consistenti associate ad afflusso di aria da Est saranno quasi impossibili in quanto le temperature si manterranno insolitamente alte sulla Russia occidentale e il freddo sarà prevalentemente confinato sulla lontana siberia orientale.
Queste condizioni porteranno a uno scarsissimo innevamento su Appennini e Alpi, soprattutto sul versante Italico, mentre le probabilità di neve in pianura saranno estremamente basse, ma ciò non escluderà la possibilità di brevi precipitazioni nevose senza accumulo o con accumuli esigui sulla pianura Padana occidentale come spesso accaduto negli ultimi anni del periodo di inizio dicembre, dove spesso si sono registrate le uniche giornate con temperature consone al periodo durante gli ultimi anni.
Dopo i primi giorni di Dicembre ancora influenzati dalla dinamicità autunnale è probabile che come avvenuto in tutti gli anni recenti il clima dell'Europa occidentale finisca dominato da una forte e duratura alta pressione che culminerebbe verso la fine dell'anno portando anche temperature fino a 20 gradi sopra media in montagna. Più moderate sarebbero le anomalie al suolo soprattutto in pianura Padana a causa dell'inversione termica accompagnata dalla nebbia che consentirebbe la conservazione dell'aria fredda al suolo grazie alla protezione Alpina nei confronti dell'afflusso di aria tropicale da sud ovest. Tuttavia nel caso in cui l'anticiclone della Azzorre si contraesse verso sud ovest lasciando esposto il versante a nord delle alpi alle perturbazioni anche la pianura Padana potrebbe sperimentare temperature estreme superiori ai 20 gradi a causa dei caldi e secchi venti di caduta Alpini che causerebbero una compressione dell'aria vicino al suolo con conseguente aumento della temperatura in accordo con la legge dei gas.
Successivamente qualche con l'apertura del mese di Gennaio l'alta pressione potrebbe indebolirsi temporaneamente come avvenuto in tutti gli ultimi anni, consentendo il passaggio di qualche blanda perturbazione anche sul nord Italia con conseguenti modeste nevicate sopra i 1000 metri sulle Alpi e sopra i 1500 sugli appennini.
Contemporaneamente potrebbero verificarsi alcuni blandi afflussi di aria fredda da est che potrebbero portare le temperature soprattutto sulle regioni orientali d'Italia ad ottenere alcuni giorni con temperature consone al periodo, non si escludono possibili nevicate sulle coste Adriatiche soprattutto tra Marche ed Emilia-Romagna.
Anche la pianura padana centrale potrebbe sperimentare alcune giornate nebbiose con temperature nella media grazie all'inversione termica, ma in un contesto privo di precipitazioni.
Con l'apertura del mese di Febbraio la primavera sembrerebbe doversi affermare con decisione come sempre avvenuto durante gli ultimi anni, è inoltre molto probabile che a causa della contrazione verso sud ovest dell'anticiclone delle Azzorre le precipitazioni riuscirebbero a spingersi fino al versante settentrionale delle alpi garantendo ingenti accumuli nevosi soprattutto sul comparto alpino austriaco. Questa condizione è associata alla formazione di venti venti di caduta alpini (ovvero il Foehn, detto anche Favonio) sul versante meridionale delle alpi che andrebbe a scogliere anche la poca neve caduta in alta quota e a rimuovere un eventuale strato di aria fredda sopravvissuto nella pianura Padana, dove le temperature supereranno molto probabilmente i 20 gradi per numerose giornate.
Anche il centro e il sud Italia saranno sembrerebbero essere destinati a condizioni di caldo estremi attenuato tuttavia sul versante Adriatico da possibili blandi afflussi di aria più fredda da est.
Questa condizione associata all'inizio delle fioriture e delle impollinazioni durante il terzo mese dell'inverno persisterà probabilmente fino al tipico sblocco primaverile di metà Aprile associato a una ripresa delle precipitazioni, lo smantellamento dell'anticiclone sull'Europa e l'arrivo di temperature consone al periodo dopo una lunga fase calda.
Lo scorso anno l'arrivo delle piogge primaverili sul nord Italia si è verificato insolitamente presto durante il mese di Febbraio, tuttavia secondo le proiezioni stagionali di ECMWF, il più autorevole centro di calcolo, durante il prossimo inverno si sperimenteranno condizioni di secco fino all'arrivo di Aprile.
In conclusione a differenza di quello che dicono i numerosi articoli "acchiappa click" che stanno in questo periodo apparendo sulla rete il prossimo sarà molto probabilmente un inverno caldo e secco su gran parte del continente Europeo e su tutto il territorio Italico in particolare le Alpi, il nord ovest e la costa tirrenica andando a confermare l'ormai ben consolidata tendenza degli inverni non inverni, che regalano paesaggi marroni senza neve e cieli sempre quasi sempre azzurri eccetto dove si formeranno occasionali nebbie.